Osservazioni al testo base di riforma del pre-ruolo

L’Associazione Ricercatori a Tempo Determinato (ARTeD) pur concordando sulla necessità di una riforma del pre-ruolo, rispetto al testo base rileva alcune criticità che ritiene opportuno segnalare tempestivamente al Legislatore affinché ne tenga conto.


Pur valutando positivamente il passaggio all’unica figura di Ricercatore a Tempo Determinato in Tenure Track (RTT) “ispirato” proprio alla nostra riforma del pre-ruolo (vedi allegato), ARTeD esprime la necessità di alcune modifiche, a partire dal prevedere un “vero transitorio” per i precari della ricerca che si sono adoperati negli anni affinché il sistema universitario potesse ottemperare alle proprie funzioni e che ora vedono stravolte le regole dello stesso. Quindi, accanto alla richiesta di un congruo piano straordinario RTT, con risorse destinate agli atenei in proporzione al numero di posizioni RTD-A e di Assegni di Ricerca avute in precedenza all’entrata in vigore della legge, ARTeD chiede che:

  • Nei 6 anni successivi all’entrata in vigore della legge, vi sia l’obbligo per ciascun Ateneo di riservare una percentuale (legata al numero di posizioni RTD-A avute nello specifico Ateneo nel triennio precedente all’entrata in vigore della legge) dei futuri concorsi a RTT alla partecipazione di quanti sono o siano stati RTD-A.
  • Nel computo dei 7 anni di durata complessiva di RTT in tenure track si tenga conto del periodo già svolto in contratti di RTD-A.
  • Siano espressamente esclusi dalle nuove predisposizioni sulla mobilità coloro che sono o siano stati titolari di contratti RTD-A e di Assegno di Ricerca.

Inoltre, ARTeD chiede che nel periodo di 12 mesi dall’entrata in vigore della presente legge, gli Atenei abbiano la facoltà di continuare a bandire anche posizioni RTD-B, ma non ulteriori posizioni RTD-A, essendo quest’ultima una posizione espressamente posta ad esaurimento da parte del Legislatore.


Circa le nuove previsioni sulla mobilità, ARTeD in premessa rileva che non appare per nulla sensato escludere dalla platea di quanti sono esonerati da tale previsione i padri di minori, al fine di riconoscere la paternità in maniera paritaria alla maternità.


Infine, pur comprendendo e condividendo in linea di principio lo spirito del Legislatore, ARTeD chiede che la mobilità non sia prevista come requisito obbligatorio, ma le commissioni giudicatrici dei nuovi RTT abbiano l’obbligo di valutarla adeguatamente in sede di concorso (integrandola tra le previsioni del D.M. 25 maggio 2011 n. 243).


Confidando in una attenta comprensione di quelle che sono le esigenze di tutti i precari della ricerca, ARTeD ribadisce la propria disponibilità ad un confronto costruttivo nelle sedi opportune.


Il Direttivo ARTeD


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