Comunicato sull’incontro MUR FS del 16 Aprile 2024

La Ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, da noi contattata più volte per un’interlocuzione fin dalla sua nomina nell’autunno 2022, non ci ha ancora concesso un incontro per discutere le questioni riguardanti le migliaia di Ricercatori e Ricercatrici a Tempo Determinato in attività. Al posto della Ministra, si sono cortesemente resi disponibili alcuni dirigenti del Ministero, incontrati dal nostro Segretario lo scorso 16 aprile. In quell’occasione, il Segretario ha presentato in particolare le istanze più urgenti, prima fra tutte l’imminente scadenza (fine 2024) dei contratti RTDA finanziati da fondi PON Green e Innovation.

I dirigenti hanno risposto manifestando l’estrema difficoltà a reperire risorse finanziarie a supporto del sistema universitario in generale.

Pur consapevoli della difficile congiuntura economica, che sarà aggravata dalla fine dei finanziamenti eccezionali (e spesso mal spesi) legati al PNRR, non possiamo che dirci insoddisfatti per l’assenza di una risposta politica da parte del MinisteroMigliaia di Ricercatori e Ricercatrici, specialmente i/le titolari di contratti su fondi PNRR, rischiano di essere semplicemente espulsi/e dal sistema accademico al termine del loro contratto, senza alcuna prospettiva di concorsi per posizioni tenure-track. Si prefigura così una perdita incalcolabile per il sistema nel suo complesso, che interesserà proprio la categoria per ovvie ragioni più attiva nella ricerca ma fondamentale anche per la didattica nei nostri Atenei.

Rispetto a questa fallimentare dispersione delle risorse umane ed economiche fin qui impiegate, prendiamo atto del silenzio dell’Esecutivo: una totale indifferenza non solo e non tanto nei confronti delle Ricercatrici e dei Ricercatori precari(e), ma del sistema della Ricerca e dell’Università nel suo complesso.   

Per queste ragioni, manifestiamo con forza la nostra critica nei confronti del Governo, ribadiamo la nostra profonda preoccupazione per la situazione descritta e auspichiamo una mobilitazione nazionale in concerto con le altre sigle che difendono l’Università e la Ricerca.


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