Stop a una delle discriminazioni nei confronti delle donne: il decreto semplificazioni corregge una disposizione della legge Gelmini che penalizzava le ricercatrici tipo b che diventavano madri

Il “decreto semplificazioni” ha finalmente modificato l’art. 24, comma 9 ter, della legge 240/2010 (legge “Gelmini”), eliminando l’effetto discriminatorio nei confronti delle ricercatrici in tenure track (le cosiddette RTD tipo b) che, in caso di maternità, subivano la sospensione e proroga automatica del contratto per tutta la durata del congedo obbligatorio per legge. La disposizione creava l’effetto perverso di ritardare il passaggio delle RTD tipo b abilitate a professoresse associate per il solo fatto di essere divenute madri, costringendole ad un ritardo nella progressione di carriera e di trattamento economico. Di conseguenza, determinava una inaccettabile disparità di trattamento tra le RTD tipo b – che diventando madri vedevano automaticamente allungato il periodo di precariato pre-ruolo – e i loro colleghi uomini che diventando padri nello stesso periodo non subivano alcuna alterazione contrattuale.

Sentita come contraria ai principi fondamentali dell’uguaglianza delle donne e della tutela della maternità, la vecchia disposizione legislativa è stata al centro di una lunga battaglia combattuta con determinazione dall’Associazione ricercatori a tempo determinato (ARTeD) e condivisa e promossa dal Ministro dell’Università, Gaetano Manfredi. La riforma, che elimina l’effetto discriminatorio rimettendo alla titolare del contratto la facoltà di chiederne una proroga, rappresenta un progresso non soltanto per le donne ma per l’intera comunità universitaria italiana.  

Il Consiglio Direttivo di ARTeD


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